Continua lo speciale dedicato al Ferrara Balloons Festival 2011, e in questo articolo tratteremo il tema: la fotografia notturna al festival.
La fotografia notturna, per definizione, va praticata quando la luce presente sulla scena è quella delle stelle e della luna, oppure quella proveniente da sorgenti artificiali quali lampioni o fari delle autovettore.
Solitamente è molto rilassante fotografare di notte, perché tutti dormono e si ha la tranquillità di poter scegliere l’inquadratura giusta di un panorama o di una stradina deserta…
Al Festival delle mongolfiere, invece, è stata semplicemente un inferno. Vediamo insieme perché.
Io e Paolo Niccolò abbiamo scelto di fotografare in notturna durante uno spettacolo chiamato “Night Glow”, una coreografia in cui le mongolfiere presenti si illuminano a tempo di musica. Nutrivamo grandi aspettative per questo show… purtroppo però, sono state in gran parte deluse da uno scarsissimo numero di mongolfiere, non più di 7-8, da una pressoché totale assenza di sincronia con le tracce musicali e da una durata di circa 20-25 minuti in tutto dell’esibizione.
L’attrezzatura che avevamo con noi era la seguente:
- 2 treppiedi
- 2 fotocamere reflex Canon EOS 550 D
- 2 Teleobiettivi Canon EF 24-105mm F/4 L IS USM
- 1 Super teleobiettivo EF 70-200mm F/4 L IS USM
- 1 Obiettivo grandangolare Sigma 8-16 mm
Una volta arrivati vicino all’area delle mongolfiere, transennata e non accessibile se non ai fotografi accreditati e alle persone autorizzate (giustamente, per ragioni di sicurezza), abbiamo deciso di dividerci e affrontare lo show da due punti di vista differenti.
Io ho cercato di stare un po’ distante, montando il 70-200, mentre Paolo Niccolò ha cercato di intrufolarsi il più vicino possibile alle transenne e di usare focali più corte.
Dopo aver individuato una postazione interessante per inquadrare lo spettacolo, mi sono trovato subito in difficoltà, sia a causa della numerosa gente accalcata vicino alla zona dello spettacolo, che mi impediva di inquadrare la base delle mongolfiere, sia a causa delle persone “di passaggio” davanti e a lato della mia postazione.
Un bambino che correva ha perfino rischiato di far cadere la mia attrezzatura, e i genitori (maleducati) si sono completamente disinteressati della cosa.
A quel punto, proprio al cominciare dello show, ho deciso di sfruttare al massimo la mia attrezzatura: una volta sganciata la reflex dal treppiede, ho aumentato la sensibilità ISO a 800 (talvolta a 1600), facendo fede sull’eccellente stabilizzatore del 70-200.
In questo contesto infatti i soggetti da fotografare erano lontani da me e compivano lente oscillazioni, quindi la velocità relativa a cui si muovevano era bassa. Questa considerazione mi ha permesso di ottenere soggetti fermi scattando a tempi dell’ordine di 1/20 -1/40 di secondo.
Riflettere, sul campo, sulle velocità di spostamento dei soggetti da fotografare è fondamentale per riuscire a controllare l’effetto di movimento che si vuole trasmettere nella foto.
Quella sera ho scattato sempre così. A mano libera, trattenendo il respiro prima di chiudere l’otturatore.
Io invece, Paolo Niccolò, ho scattato le mie foto con il Canon 24-105 e con il grandangolare Sigma. Ho sempre mantenuto la macchina sul treppiede, e devo dire che la mia postazione non era affatto male per usare le focali corte, dato che ero piuttosto vicino ad alcune mongolfiere. L’unico problema sorto col grandangolare è che quando ho fatto qualche prova a 8mm ho catturato più volte le “mani” di quelli che stavano (molto) vicino a me; siccome però 8mm era una focale poco utile, data comunque la distanza tra me e gli aerostati, grazie al cielo non è stato un problema. Questo conferma però che l’uso di un grandangolare molto spinto è difficile non solo per via della gestione dell’esposizione, ma anche per via della composizione, specie quando si è in mezzo alla calca.
Ho deciso di usare la modalità manuale (M) della macchina, cosa che ormai faccio molto raramente. Questo perché dovevo costantemente lavorare in sottoesposizione, e quindi vincolarmi alle scelte dell’esposimetro non aveva molto senso. Del resto, quello che volevo catturare era appunto il “glowing” e quindi era sufficiente catturare le fiammate di luce immerse nel buio. Ho scattato prevalentemente a 800 ISO, raramente a 1600, con tempi di scatto dell’ordine dell’1/10 – 1/30 di secondo. L’unica eccezione è stata una lunga esposizione (5 secondi) in cui si vedono chiaramente i movimenti degli addetti al gonfiaggio e dei fotografi, mentre l’oscillazione del pallone centrale è talmente scarsa che l’aerostato sembra perfettamente fermo.
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MOLTO UTILE GRAZIE!!!
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Seconda parte dell’articolo dedicato alle mongolfiere a Ferrara, dedicato al tema della fotografia notturna. Hai provato a fotografare anche tu di sera al festival? Raccontaci la tua esperienza!
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