Continua il racconto della bellissima esperienza di Paolo Niccolò Giubelli e Bruno Faccini a Portogaribaldi. Se ti sei perso la prima puntata la trovi qui.
L’occhio di Paolo Niccolò
Ho subito montato il mio sigma 8-16, per cercare di riprendere frontalmente il mare, e ammetto che è stata una buona idea per semplificarmi la vita, dato che non ho dovuto affrontare gli stessi problemi di Bruno circa la messa a fuoco, che un grandangolare è molto più semplice. Il buio pressoché totale impedisce infatti all’autofocus di fare il lavoro, e usando l’oculare si vedeva solo nero. Ho girato la ghiera della messa a fuoco verso l’infinito e ho iniziato a scattare con tempi di esposizione intorno ai 30 secondi. Probabilmente avrei dovuto mettere a fuoco un po’ più vicino, tenendo conto dell’iperfocale, cosa di cui terrò molto ben conto in situazioni di questo tipo, quando proprio la messa a fuoco convenzionale non è possibile.
Il risultato è gradevole, e nel ritocco del file raw ho semplicemente aggiustato lievemente l’esposizione, aumentandola un po’. Ho cercato di rendere il più verosimile possibile quello che si vede nella foto, basandomi sul tipo e la quantità di illuminazione che davvero erano presenti.
Ho provato poi a montare il 50mm f/1.4, ma non sono riuscito a mettere a fuoco nulla proprio perché tra l’altro si tratta di un obiettivo con una scarsissima profondità di campo. Avrei dovuto eseguire molti scatti e aggiustare via via la messa a fuoco, ma dato che si tratta di esposizioni lunghe sul mare, si sarebbe creato l’effetto seta sull’acqua, che di fatto è uno sfocato.
Ho optato dunque per girare la macchina verso la spiaggia e rimontare il sigma 8-16, per cercare di catturare l’atmosfera che ci avvolgeva, anche perché si stava facendo viva un’amica/nemica molto particolare: la nebbia. Tutto si stava immergendo in questa atmosfera lattiginosa, cone le luci artificiali e la luna che creavano aloni sempre più ampi.
Mentre scattavamo le foto, un signore è passato di lì, e in questi casi si capisce davvero il vantaggio di essere in due. Che cosa ci faceva? Perché era in spiaggia a mezzanotte? Chi o che cosa cercava? Non importa, tutto contribuisce a creare un’atmosfera veramente insolita.
Terminate le foto abbiamo deciso dunque di cambiare postazione, tornare in strada e andare verso il molo a poche centinaia di metri da lì. Ma prima ho visto una scena che mi ha fatto fermare per rimontare rapidamente l’attrezzatura. Alcuni “scheletri” di ombrelloni che risaltavano nel buio… ecco il risultato della fotografia.
L’occhio di Bruno
Non ero mai stato al mare in marzo, tanto meno di notte, e una volta di fronte al mare sono rimasto un pò sorpreso dal senso di libertà che trasmette. La luna era fantastica, piena e surreale, ma… dalla parte sbagliata. La mia idea iniziale infatti, prima di partire, era quella di scattare qualche bella foto con la luna sul mare, catturando i suoi riflessi sulle onde, ma purtroppo la luna orbitava “sopra alla spiaggia”, rendendo di fatto impossibile fare quel tipo di foto.
Questo tuttavia non mi ha scoraggiato, perchè quando si parte per fare foto senza studiare un pò il luogo in cui si sta per andare, è normale che possano succedere inconvenienti di questo tipo. A questo punto ho cercato di lasciarmi prendere totalmente dalla situazione, e dalle sensazioni che provavo, per cercare di raccontare una storia attraverso delle immagini.
Dopo alcuni istanti, il suono del mare e del silenzio mi hanno aperto gli occhi, e mi hanno guidato.
Ho aperto il mio treppiede Manfrotto, lasciando in posizione bassa, e vi ho fissato la mia Canon, lasciando montato il 70-200, e disabilitando lo stabilizzatore dell’obiettivo e impostando l’autoscatto a 2 secondi per ridurre le vibrazioni (tra i prossimi acquisti sicuramente valuterò un radiocomando, perchè in queste situazioni si rivela fondamentale).
Ho iniziato provando a fotografare la rena, verso il molo, e i riflessi delle luci in lontananza che si riflettevano sulle onde, e mi sono reso subito conto della difficoltà della messa a fuoco nella situazione in cui mi trovavo, in quanto è necessario lavorare con la messa a fuoco manuale e procedere per tentativi, e la visibilità è pressochè nulla. Dopo alcuni scatti ho ottenuto un risultato accettabile, nonostante la non perfetta messa a fuoco, che avete già visto nel precedente articolo.
Subito dopo il mio occhio è stato attirato da alcune conchiglie adagiate, immobili, sulla sabbia e dalla stillness che mi trasmettevano. Ho deciso quindi di aprire al massimo il diaframma a F4, per ridurre la profondità di campo, e scattare a 115mm applicando la regola dei due terzi, esponendo per 30 secondi, in modo da creare l’effetto sfumato del mare.
Restando nella stessa posizione con il treppiede, ho voluto cercare di catturare anche il riflesso della luce di una postazione di pesca sulla riva, esaltando ancora una volta la tranquillità trasmessa dal frangersi delle onde sulla battigia attraverso una focale ancora più spinta, a 200 mm e mantenendo una profondità di campo ridotta grazie all’apertura del diaframma a F4.
A questo punto stavamo per cambiare location, ma mentre stavo mettendo via il treppiede, ho avuto un’idea: perché non tenere traccia di quella luce lunare così particolare in maniera un pò più marcata? La mia attenzione si è rivolta a dei riflessi di un ciotolo e di alcune conchiglie bagnate vicino alla nostra postazione. Ho quindi alzato a circa 1 metro di altezza il treppiede, in modo da gestire a mio piacimento la cosiddetta “famiglia degli angoli di una sorgente luminosa” (su cui scriveremo un articolo prossimamente), e poter trasmettere attraverso i riflessi di una luce surreale la differente tipologia dei materiali della scena, esaltati da alcune gocce di acqua salata. Il risultato è stato di nostra grande soddisfazione, grazie anche all’ausilio dell’accendino di Paolo per la messa a fuoco.
La serata era appena iniziata, e già potevo dire di aver arricchito la nostra esperienza di numerose e preziosissime conoscenze.. e in lontananza mi sono accorto di un pescatore ancora al lavoro..
salve ragazzi,vi ho appena scoperto, e devo dire che leggere le vostre cose mi è utilissimo..e siete molto bravi!volevo chiedervi una cosa.io sono un appassionata di fotografia,ma ogni volta ho problemi a fotografare di notte o anche quando inizia a fare buio.come devo fare?
salve ragazzi,vi ho appena scoperto, e devo dire che leggere le vostre cose mi è utilissimo..e siete molto bravi!volevo chiedervi una cosa.io sono un appassionata di fotografia,ma ogni volta ho problemi a fotografare di notte o anche quando inizia a fare buio.come devo fare?
praticamente resta solo che ci diate il vostro numero di telefono, per chiamarvi in piena notte se restiamo a terra con l ‘auto.Siete brevissimi , complimenti mi avete aperto un mondo, grazie.
praticamente resta solo che ci diate il vostro numero di telefono, per chiamarvi in piena notte se restiamo a terra con l ‘auto.Siete brevissimi , complimenti mi avete aperto un mondo, grazie.
praticamente resta solo che ci diate il vostro numero di telefono, per chiamarvi in piena notte se restiamo a terra con l ‘auto.Siete brevissimi , complimenti mi avete aperto un mondo, grazie.
praticamente resta solo che ci diate il vostro numero di telefono, per chiamarvi in piena notte se restiamo a terra con l 'auto.Siete brevissimi , complimenti mi avete aperto un mondo, grazie.
come fotografare la luna e venere e giove lumix lx5 napoli
come fotografare la luna e venere e giove lumix lx5 napoli
come Vi invidio,saluti ciao
come Vi invidio,saluti ciao