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Obiettivi fotografici: come si classificano?

da | Dic 13, 2010 | Articoli più letti, Fotocamere, ottiche e accessori, In rilievo | 7 commenti

Siamo in procinto di acquistare la nostra prima macchina reflex (avendo già chiara la differenza tra sensori Full Frame e APS-C e sapendo già quale macchina fotografica acquistare), consapevoli del fatto che si tratta comunque di una spesa non indifferente e per questo motivo stiamo decidendo con la massima oculatezza non solo quale modello scegliere, ma eventualmente se optare per un corpo macchina o per un kit che includa anche un obiettivo fotografico.

La scelta dell’obiettivo per la macchina fotografica è uno dei momenti più importanti per un fotografo, in quanto se è vero che le macchine fotografiche hanno caratteristiche facilmente confrontabili, per le ottiche il discorso è totalmente diverso. Non solo esiste una infinità di modelli, ma bisogna tenere conto che con obiettivi diversi, si ottengono risultati molto diversi sia in termini di composizione che di qualità.

Se ti stai informando prima di procedere all’acquisto di un obiettivo fotografico, abbiamo creato una pagina con le nostre ottiche consigliate.

 

Indice

Tipologie principali di obiettivi fotografici

Esistono principalmente due categorie con le quali si classificano gli obiettivi: focale fissa vs zoom e classe di lunghezza focale. Esistono poi altre caratteristiche più che altro quantitative che vanno sicuramente considerate prima di fare la propria scelta, ma che per il momento mettiamo in secondo piano, in quanto incidono prevalentemente sulla qualità dei risultati ma non sul tipo di risultati.

In tutti gli obiettivi, anche in quelli delle macchine compatte, viene riportata la lunghezza focale propria dell’obiettivo fotografico, ossia la distanza a partire dalla lente frontale a cui l’immagine viene messa a fuoco. La lunghezza focale è espressa in millimetri e mentre in alcuni obiettivi si legge un solo valore (ad es. 50 mm) in altri se ne trovano due (es. 18-55mm). In questo caso abbiamo dunque, rispettivamente, un obiettivo a focale fissa e un obiettivo zoom.

Lunghezza focale fissa

Gli obiettivi a focale fissa hanno una singola lunghezza focale, e per questo motivo sono decisamente più semplici ed economici da costruire. Il loro pregio è che necessitano di meno lenti e meno meccanismi e quindi sono più leggeri ed economici. In questi obiettivi è presente una sola ghiera che serve al fotografo per la messa a fuoco manuale. Lo svantaggio di questo tipo di obiettivi è nella praticità: se si vuole comporre l’immagine dando l’idea di avvicinarsi od allontanarsi dal soggetto, bisognerà effettivamente spostarsi fisicamente (cosa che però non è sempre possibile).

Lunghezza focale variabile

Dall’altra parte ci sono gli obiettivi zoom, che vengono “etichettati” non con una lunghezza focale ma con un intervallo di lunghezze focali che si possono ottenere solitamente ruotando una seconda ghiera (anche questi obiettivi hanno ovviamente una ghiera per la messa a fuoco manuale). In questo caso gli obiettivi hanno all’interno un dispositivo meccanico che rende possibile l’utilizzo di tutte le lunghezze focali comprese nell’intervallo dichiarato (ad esempio, dai 18mm ai 55mm). Il vantaggio di queste lenti è considerevole, specie quando si fotografa all’esterno di un set, quando è necessario scattare foto a distanze diverse senza dover ogni volta smontare e rimontare le ottiche. Lo svantaggio è che sicuramente tali obiettivi sono più complessi, e quindi più pesanti, e dal punto di vista progettuale devono cercare di garantire una buona qualità ottica su tutte le focali coperte.

Come spesso capita nell’ingegneria, è più facile garantire uno standard qualitativo elevato su un raggio corto di variabili di funzionamento, per cui obiettivi “tuttofare”, cioè con una copertura elevata di lunghezze focali (specie da valori molto bassi a valori molto alti), di altissima qualità o costano moltissimo o non esistono. Si opta per cui di solito per l’acquisto di più obiettivi che abbiano, in base alla marca, dei valori abbastanza standardizzati per consentire una copertura totale delle lunghezze focali. Ad esempio un bel corredo potrebbe essere un 12-24mm, un 24-105mm (Leggi la recensione dell’obiettivo Canon 24-105 F4) e un 100-400mm, oppure il 12-24, il 24-70mm, il 70-200mm e il 200-500mm.

Classificazione per lunghezza focale

Torniamo al nostro obiettivo 18-55mm. Se osserviamo tramite il mirino mentre la ghiera è posizionata su 18mm notiamo che la scena inquadrata è piuttosto ampia e si ha dunque, un angolo di campo piuttosto elevato. Questa lunghezza focale rientra appieno nella categoria “grandangolo”. Spostandoci invece progressivamente verso i 55 mm, notiamo che la scena inquadrata è sempre più piccola (l’angolo di campo dunque si riduce) ma il soggetto sembra anche “avvicinarsi”. Intorno ai 50 mm si parla di obiettivo fotografico “normale” perché in quella zona l’ottica è molto simile a quella umana: gli oggetti, dunque, ci appariranno nel mirino e a occhio nudo circa alla stessa distanza.

A questo punto vorremmo magari fotografare un uccellino che si è posato sul balcone del palazzo di fronte al nostro, ma notiamo che appare troppo piccolo, quasi invisibile. Ci servirebbe dunque un teleobiettivo (“tele”, dal greco, significa appunto “lontano”) che però solitamente ha lunghezze focali di almeno 200mm. Vediamo ora, anche se solo molto superficialmente, quali sono le caratteristiche di questi tre tipi di obiettivi.

Grandangoli (circa 8-32 mm)

Sono obiettivi con lunghezza focale corta o molto corta. Consentono dunque di catturare angoli di campo molto ampi e danno un senso prospettico molto accentuato, e pertanto sono utili quando si vuole immergere lo spettatore all’interno della scena.

Sono utili per le foto architettoniche, sia di interni che di esterni, ma anche per quelle paesaggistiche, mentre sono assolutamente controindicati per i ritratti, quantomeno di tipo tradizionale, per via dell’angolo di campo troppo grande che da’ una visione molto diversa da quella dell’occchio umano.

È sbagliato ritenere che i grandangoli adatti per fotografare da lontano, anzi, il loro bello è proprio quando vengono usati vicino al soggetto, in quanto solitamente consentono di mettere a fuoco anche a distanze ridottissime e quindi sono capaci di catturare prospettive molto accattivanti altrimenti impossibili da fotografare. Tuttavia questi obiettivi sono molto difficili da usare in termini di composizione e di esposizione, in quanto è facile catturare elementi che disturbano il soggetto principale così come è probabile avere zone della foto più illuminate e altre più in ombra.

I grandangoli solitamente hanno una profondità di campo estesa anche a diaframmi molto aperti, per cui è difficile ottenere effetti di sfocatura evidenti. Anzi, è bene non farsi ingannare e cercare di chiudere il diaframma il più possibile (senza esagerare ovviamente) per estrarre il massimo della qualità da queste ottiche, adatte proprio a profondità di campo infinite.

Obiettivi normali (32-70 mm)

Sono obiettivi che simulano l’occhio umano, e pertanto restituiscono immagini alle quali il nostro cervello è molto abituato. Si possono usare un po’ per tutto, ma principalmente danno il massimo per i ritratti. E’ molto comune trovare ottiche da 50mm dedicate proprio a questo tipo di utilizzo.

Teleobiettivi e supertele (>70 mm)

Sono obiettivi adatti alla fotografia naturalistica ma anche ai ritratti e alle foto in contesti urbani. Hanno un ridotto o ridottissimo angolo di campo e dunque sono adatti per isolare un soggetto dal suo contesto. Hanno una distanza minima di messa a fuoco che solitamente, crescendo proporzionalmente con la focale può raggiungere anche il metro e mezzo e oltre, e consentono di ottenere profondità di campo ridotte che accentuano ulteriormente il soggetto principale, creando bellissimi effetti di sfocato.

Altri fattori distintivi

La tecnologia, si sa, ogni tanto si diverte ad aggiungere funzionalità nuove alle cose, e per gli obiettivi ci sono state due importanti innovazioni che si chiamano autofocus e stabilizzatori.

L’autofocus è una tecnologia che consente alla lente di mettere a fuoco automaticamente l’immagine ed è presente ormai su tutti gli obiettivi per macchine reflex digitali. Parleremo diffusamente di questa funzionalità nei prossimi articoli.

Lo stabilizzatore è una tecnologia più recente che consente di compensare le piccole vibrazioni delle nostre mani rendendo così possibile lo scatto di fotografie con tempi di esposizioni un po’ più lunghi senza che si veda l’effetto mosso. Anche di questa tecnologia ne parleremo approfonditamente nei prossimi articoli, anche se per ora ci basta dire che si tratta di una funzionalità piuttosto costosa ma che consente di fare molti scatti in più quando l’illuminazione della scena non è buona.

    Altri tipi di obiettivo fotografico

    Esistono poi due tipi di obiettivo un po’ particolari: i cosiddetti fisheye e gli obiettivi macro.

    Gli obiettivi fisheye sono contraddistinti da lunghezze focali cortissime, addirittura inferiori a quelle dei grandangoli, ma al contrario di questi ultimi, distorcono più o meno profondamente l’immagine e pertanto sono utilizzati principalmente come obiettivi creativi (anche se all’inizio vennero progettati per scopi scientifici, in particolare per fotografare le nuvole).

    Gli obiettivi macro sono obiettivi con lunghezze focali attorno ai 100mm ma che hanno una ridotta distanza per la messa a fuoco e sono di solito contraddistinti per l’ottima nitidezza delle lenti. Sono usati per ingrandire il soggetto (si noti che fino ad ora infatti abbiamo parlato di “avvicinamento” o “allontanamento”), cioè per proiettare sul sensore una immagine più grande come l’originale o più grande o comunque tale da poter mettere in risalto quei particolari che a occhio nudo non sono visibili.

    Se sei interessato all’acquisto di un obiettivo fotografico, trovi i nostri consigli in questa pagina.

      Consigli per l’acquisto

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      Paolo Niccolò Giubelli

      Paolo Niccolò Giubelli

      L'autore

      Nasce a Ferrara il 29 agosto 1983. Frequenta il liceo scientifico e poi ottiene la laurea specialistica in Ingegneria Informatica all'Università di Ferrara. Appassionato fin da piccolissimo d'informatica, nel 2006 è cofondatore dell'azienda ITestense di Ferrara, in cui da allora lavora come esperto di comunicazione sul web. Qui capisce che il ruolo dell'immagine, e quindi della fotografia, è fondamentale. Dal 2010 è cofondatore, assieme all'amico e collega Bruno Faccini, del blog "Occhio Del Fotografo". Dal 2021 si interessa di fotografia analogica.

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      7 Commenti

      1. Carlo

        Spiegazioni semplici, chiare e utili. Grazie mille!!!

        Rispondi
      2. Giulia

        Ottima spiegazione, Grazie

        Rispondi
      3. Stefania

        Articolo interessante e utile complimenti

        Rispondi
      4. Pamela

        Se non ci foste, bisognerebbe inventarvi!

        Rispondi
      5. Maddalena

        Finalmente una buona spiegazione! Grazie!

        Rispondi
      6. Biagio Ausanio

        Veramente Bravi Complimenti!!!!!!

        Rispondi

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