Seguici anche tu

Mesi fa scoprii a che cosa serviva quella specie di prolunga fatta a “fisarmonica” che mi ero ritrovato in casa: il soffietto, di cui qui vediamo una foto.

Ricorda molto le prime macchine fotografiche, quelle che ora vediamo nei film, ed è molto utile per effettuare la fotografia macro.

Esistono due tipi di soffietti in commercio, quelli che semplicemente scorrono lungo un paio di binari e quelli che consentono anche il tilt e lo shift.

Come funziona il soffietto? L’installazione è semplice: si collega da una parte la macchina fotografica e dall’altra un obiettivo. Io sono riuscito ad avere risultati interessanti solo con un 50mm, e girando per la rete ho visto che effettivamente questa è la focale più usata in queste situazioni. Ad esempio col 200mm non riuscivo a mettere a fuoco nulla.

Una volta sistemata l’attrezzatura, si può notare come facendo espandere il soffietto si ottenga un ingrandimento molto forte del soggetto, fino anche a creare una vera e propria “magnification“. Il principio di funzionamento è intuitivo, e volendo semplificare si può riassumere così: si aumenta la lunghezza focale effettiva (distanziando la prima lente dal piano del sensore) mantenendo invariata la minima distanza di messa a fuoco; questo significa che possiamo avere l’oggetto anche a pochi mm dalla lente! Tutto questo ci regala immagini davvero particolari, tanto è vero che costruendosi un piccolo set fotografico, con un paio di luci, un treppiede e qualche sostegno, possiamo fare foto molto suggestive agli oggetti di uso più comune… basterà girare per casa e cercare, usando la fantasia!

L’unico problema di questo tipo di soffietto è che la profondità di campo è davvero limitata (anche 2-3mm) e questo è uno svantaggio, perché in certe situazioni vorremmo avere maggiore controllo sulla sfocatura. Questo problema viene risolto dai soffietti più completi, quelli del secondo tipo.

Il secondo tipo di soffietto è quello che consente di emulare un po’ quello che fanno le lenti tilt&shift. In questo caso la parte espandibile è montata su un sistema snodabile che a sua volta scorre sul binario. Purtroppo il soffietto che ho trovato in casa non è di questo tipo, ma se mi capiterà un’occasione non esiterò a procurarmelo, perché da quello che ho visto si possono ottenere risultati davvero interessanti, soprattutto in ambito professionale. In questo caso non abbiamo solo la possibilità di aumentare la lunghezza focale e quindi l’ingrandimento, ma addirittura possiamo decentrare e far basculare la lente.

Decentrare, sia in senso verticale che orizzontale, significa che la lente rimane parallela al piano del sensore, ma non è più centrata su quest’ultimo. Il basculaggio dell’obiettivo, invece, è una vera e propria rotazione della lente sul proprio asse.

Chi utilizza gli obiettivi tilt&shit sa che decentramento e basculaggio consentono di ottenere, rispettivamente:

  • Controllo della prospettiva ed eliminazione delle linee cadenti quando si fotografano palazzi e monumenti dal basso
  • Profondità di campo notevolmente più estesa rispetto a quello che si ottiene con la semplice chiusura del diaframma

In questo caso ci interessa soprattutto il secondo punto: grazie al basculaggio, possiamo inclinare la lente rispetto al piano del sensore in modo da far passare la linea di fuoco attraverso il soggetto, o, in altre parole, fare in modo che il piano di fuoco non sia più parallelo al nostro sensore ma all’orientamento del soggetto. Questo ci consente di avere un soggetto fotografato in modalità macro che risulta perfettamente a fuoco in tutta la sua interezza.
Decentramento e basculaggio

Nello schema riportato poco sopra si nota infatti che facendo ruotare la lente e orientandola lungo l’asse dei bicchieri, non abbiamo più un bicchiere in primo piano ed uno in secondo (dal punto di vista del fuoco), e quindi essi risulteranno equidistanti dal piano del sensore, e dunque saranno a fuoco.

Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo o lasciaci commento, per noi è fondamentale!

Paolo Niccolò Giubelli

Paolo Niccolò Giubelli

L'autore

Nasce a Ferrara il 29 agosto 1983. Frequenta il liceo scientifico e poi ottiene la laurea specialistica in Ingegneria Informatica all'Università di Ferrara. Appassionato fin da piccolissimo d'informatica, nel 2006 è cofondatore dell'azienda ITestense di Ferrara, in cui da allora lavora come esperto di comunicazione sul web. Qui capisce che il ruolo dell'immagine, e quindi della fotografia, è fondamentale. Dal 2010 è cofondatore, assieme all'amico e collega Bruno Faccini, del blog "Occhio Del Fotografo". Dal 2021 si interessa di fotografia analogica.

Seguici anche tu

14 Commenti

  1. alfredo

    sarebbe interessante precisare quale diventa il diaframma se l’allungamento è paria alla focale. Io ritengo che u 32 diventi 64.
    Impossibile scattare con luce solare , tuttavia PdC quasi nulla.
    Chiedo parere in merito.Grazie

    Rispondi
  2. Emanuele Lucaroni

    Paolo Niccolò Giubelli Mi piace perchè non conosco la macro e quindi ignoravo che con un soffietto si può avere un obiettivo macro, io il soffietto provo ad autocostruirlo,per la stenopeica, ora mi informerò sugli attacchi.

    Rispondi
  3. Paolo Niccolò Giubelli

    Che cosa intendi di preciso?

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare

Il panning

Il panning

Domenica scorsa ero al Lido Degli Estensi, sul terrazzo di casa mia, in un...

Effetto Bokeh

Effetto Bokeh

Cos'è l'effetto bokeh? In questo breve articolo vogliamo parlare del bokeh,...