Quando mi avvicinai alla fotografia, la prima macchina fotografica che provai fu la Pentax Asahi Spotmatic, che anche ora occupa un bel posto nel mio armadietto.
Assieme alla macchina, che apparteneva a mio padre e che risale ai primissimi anni Settanta, avevo trovato due ottiche piuttosto interessanti, tutte Pentax: un 200mm f/4 e un 50mm f/1.4.
Quando ho acquistato poi la mia Canon EOS 550D ho presto capito che il 18-55mm in dotazione è sì di qualità ottica pregevole (lo stesso non si può dire della qualità costruttiva) ma di certo è anche molto limitata e limitante. Mi sono dunque chiesto se si potevano usare i due obiettivi Pentax e in particolare ero interessato al 200mm, con il quale avevo fatto alcune foto interessanti su pellicola.
Tramite un adattatore, si possono utilizzare obiettivi con attacchi diversi
Ho dunque scoperto che al prezzo di perdere la funzionalità di autofocus, stabilizzatore e tutto ciò che viene attivato elettronicamente dal microprocessore della mia Canon, potevo con pochi soldi (circa 65€) acquistare una ghiera adattatrice capace di connettere le lenti col vecchio attacco Pentax M42 a vite con l’attacco a baionetta EOS e dunque ho subito effettuato l’ordine.
Ho preferito acquistare l’adattatore in negozio, nonostante ce ne fossero molti modelli su ebay, per un semplice motivo: anche se sicuramente ho pagato qualche euro in più, almeno avevo la sicurezza di poter cambiare il pezzo qualora il negoziante si fosse sbagliato sul tipo di attacco, che comunque essendo molto vecchio, avevo un po’ di difficoltà a riconoscere. Inoltre si tratta comunque di dispositivi di precisione, e preferisco avere un referente umano con cui eventualmente lamentarmi piuttosto che un call center o un’email. I miei timori infatti erano nati dalla lettura di alcuni forum in cui si diceva di stare attenti perché in certi casi poteva accadere che ruotando la ghiera della messa a fuoco si poteva andare ad urtare lo specchio se l’adattatore non era quello giusto. Sarà vero oppure no, grazie al cielo a me è andato tutto bene.
L’adattatore di fatto è un anello in acciaio, che da un lato ha un attacco a baionetta e dall’altro una filettatura a vite.
Si rinuncia a stabilizzazione e autofocus, ma si hanno delle soddisfazioni
Appena arrivato il pezzo ho subito iniziato a scattare fotografie, e sebbbene il 200mm non sia assolutamente paragonabile come qualità al 70-200 di Bruno, ho comunque scoperto di essere in possesso di un ottica con cui fare cose interessanti, magari utile per valutare se per quello che mi piace fare vale la pena investire in un supertele di qualità migliore. Il 50mm invece all’inizio l’ho un po’ snobbato, tanto che non avevo nemmento verificato quale fosse la sua apertura massima. Ho visto poi che era un f/1.4, e quindi mi sono lanciato subito in bokeh piuttosto spinti con una certa dose di soddisfazione.
Certo, l’assenza di uno stabilizzatore e soprattutto dell’autofocus si fanno sentire, ma se si utilizza il liveview e un buon treppiede e si vogliono fotografare soggetti fermi, è possibile superare brillantemente il problema, usando lo zoom 10x e ruotando la ghiera di messa a fuoco fino a quando i bordi delle immagini sono belli nitidi.
Un adattatore è consigliato a chi possiede dei vecchi obiettivi
Insomma, se in casa avete degli obiettivi interessanti e magari avete acquistato da poco la vostra prima reflex “moderna” vi invito caldamente ad acquistare un adattatore, facendovi consigliare da un negoziante di fiducia. Otterrete quasi a costo zero delle ottiche dal nulla, potendo così capire che cosa vi piace di più fare e quindi poter scegliere con più scienza e coscienza quale dovrà essere la prossima ottica su cui investire.
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ciao, io ho un vecchio 135mm di una chinon, vorrei sapere se si trovano in giro