Formati fotografici per la stampa digitale

Esiste una moltitudine di formati fotografici per la stampa, che si distinguono per il rapporto di aspetto (o fattore di forma) e dimensioni.
Se abbiamo intenzione di stampare le nostre fotografie scattate in digitale, è utile sapere quale formato fotografico più si adatta ai nostri scatti, il cui fattore di forma dipende dal tipo di sensore.
Quali sono i principali formati fotografici?
Mentre ai primordi della fotografia erano disponibili moltissimi formati differenti, il successivo sviluppo e diffusione di apparecchiature fotografiche ha visto l’affermarsi di alcuni standard.
I formati, se espressi in termini dimensionali, possono essere indicati in pollici (1 pollice corrisponde a 2,54 cm) o in centimetri, con qualche arrotondamento se si passa da un sistema all’altro, come ad esempio il 13×18 cm (che è il 5×7 pollici). Oppure si possono esprimere come semplice rapporto tra i lati, in modo adimensionale, usando la notazione coi due punti (es. 3:2).
In questo articolo i formati fotografici verranno suddivisi per rapporto di aspetto, ovvero la proporzione esistente tra la larghezza e l’altezza del fotogramma.
Formato 3:2
È il formato più diffuso nel mercato reflex e mirrorless, che nel caso del full frame generano un fotogramma che misura 24×36 mm. Questo formato è stato ideato da Leitz agli inizi del ‘900 e successivamente si è imposto come standard, grazie al successo delle Leica, che usavano la pellicola cinematografica con passo 35mm ribaltata di 90°, diventata nota come “formato 135” nella classificazione di Kodak.
Viene indicato il rapporto di aspetto 3:2, poiché 36/24 = 1,5 ovvero lo stesso risultato di 3/2 = 1,5.
I sensori di tipo APS-C vantano lo stesso rapporto di aspetto, ma hanno dimensioni inferiori al full frame.
I formati di stampa più adatti al 3:2 sono sicuramente, nel piccolo formato, il 10×15 cm, anche detto formato cartolina, il cui rapporto di aspetto è esattamente 1,5; un altro formato con lo stesso rapporto è il 20×30 che però è ben più generoso in termini di dimensioni.
Altri formati di stampa, a cominciare dal diffusissimo 13×18 (5×7 pollici), non si adattano perfettamente a immagini prodotte con questo rapporto d’aspetto, e richiedono dunque un crop o, ancora meglio, l’uso di un margine tipicamente impostabile al momento della stampa (in laboratorio) o direttamente in sede di preparazione del file, usando Photoshop, Gimp o altri software.
Lo stesso vale ulteriori formati di stampa, il cui form factor non sempre è esattamente 1,5, a causa dell’arrotondamento al valore intero nella conversione da pollici a centimetri. Questi formati di stampa sono il 9×13, il 13×18, il 15×21.
Ecco un esempio pratico: la fotografia seguente (1) è stata scattata con una fotocamera full frame, quindi ha un rapporto di aspetto pari a 3:2. Se la volessimo stampare in formato 10×15 cm o 20×30 cm otterremmo esattamente un’immagine così come la vediamo, occupando l’intera area del supporto cartaceo.
Ma se volessimo stamparla in formato 13×18 cm?
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Per stampare la nostra fotografia in formato 13×18 cm, possiamo procedere in due modi: utilizzare dei margini, come mostrato nella immagine (2), oppure ritagliando una porzione della foto (crop) come mostrato nella immagine (3), dove la parte “croppata” è evidenziata in rosso. Quale parte croppare? Naturalmente quella che meno contribuisce al senso della foto, anche in termini di bilanciamento dell’immagine. È possibile croppare tutto il necessario da un solo lato, o un po’ meno ma su entrambi i lati (opposti) se questo può aiutare.
Formato 4:3
Questo formato fotografico deriva dal medio formato 6×4,5 cm dei rullini 120, ma è stato “traghettato” agilmente nel mondo digitale poiché i primi monitor a tubo catodico dei PC multimediali vantavano un rapporto di aspetto di 4:3.
I sensori in formato 4:3 sono montati nelle fotocamere compatte e negli smartphone (anche se con dimensioni differenti).
Mentre per il 3:2 abbiamo almeno due formati fotografici che vantano le stesse proporzioni (il 10×15 e il 20×30), per il 4:3 non abbiamo formati standard con le stesse proporzioni.
Anche in questo caso, dovremmo quindi fare uso di margini o di crop per le stampe di fotografie in 4:3.
Formato 1:1
Questo è un formato particolare, perché il fotogramma non ha forma rettangolare, bensì quadrata. Solitamente veniva utilizzato nelle macchine fotografiche a medio formato nella versione 6×6 cm. Nato inizialmente per consentire di semplificare il processo di scatto, per posticipare il crop in fase di stampa, ha però poi conquistato una nutrita schiera di estimatori. Anche molte Polaroid usavano un formato quadrato e, nell’era dei social, Instagram lo aveva scelto come unico formato disponibile nei primi anni.
Questo tipo di formato fotografico, per i possessori di fotocamere digitali, richiede necessariamente di effettuare un crop (un ritaglio) dell’immagine. Se sei interessato a questo particolare formato, ti consiglio questo articolo.
Formato 16:9
Questo formato nasce inizialmente per i video e il cinema digitale, ma di recente sta prendendo piede, poiché gli smartphone permettono di selezionare questo rapporto di aspetto per le fotografie.
Essendo la larghezza quasi il doppio dell’altezza, questo formato si adatta alla fotografia di panorami.
Considerazioni per la stampa e consigli
Sicuramente sapere in anticipo la dimensione della stampa ci consente di non doverci trovare poi a decidere su due piedi il da farsi in laboratorio quando ci verrà chiesto come vogliamo tagliare la foto, nel caso decidessimo di usare un formato diverso da quello nativo.
Il consiglio è quello di produrre un file già dotato del giusto rapporto di aspetto, o tramite crop o tramite l’uso di un margine bianco.
In ogni caso se la foto verrà incorniciata, si potrà valutare l’uso di passepartout per “mascherare” eventuali eccedenze e, se il laboratorio ha una minima dotazione, si potrà far tagliare la foto con una taglierina.
La cosa importante è sapere che se la foto viene tagliata, il rischio è di eliminare una parte importante dell’immagine o comunque modificare la composizione del fotogramma, per cui affrontare prima il problema è sempre una buona idea.
Nella gran parte dei casi si stampa in laboratorio, a casa o presso un servizio di stampa web. Nel primo caso è utile chiedere magari in anticipo quali formati fotografici vengono trattati e la possibilità di effettuare la marginatura direttamente in stampa. In casa è frequente l’uso di fogli in formato DIN (es. A4), ma tipicamente è anche il posto in cui abbiamo a disposizione il software per modificare al volo la foto. I servizi di stampa via web consentono di solito di scegliere tra alcuni formati standard o di usare un formato personalizzato, magari con un piccolo supplemento.
In tutti questi casi è sempre possibile ottenere qualunque formato, anche senza margini, a patto di usare una taglierina di alta qualità.
Nel caso in cui la foto venga sistemata in una cornice, l’uso di passepartout risolve agevolmente il problema.
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