Esposizione

In senso quantitativo l’esposizione è la quantità di luce che il fotografo (o la macchina fotografica) decide di usare per costruire l’immagine. Lo strumento utile per capire il livello di esposizione giusta si chiama esposimetro.

Ci sono tre parametri fondamentali che la determinano: tempo di scatto, apertura del diaframma e sensibilità (ISO) della pellicola/sensore più, ovviamente, la quantità di luce effettivamente disponibile nella scena.

L’esposimetro è capace di calcolare istante per istante, in base ai valori che abbiamo scelto per i parametri sopra citati e alla luce presente nella scena, la quantità di luce che sarà presente nell’immagine sotto forma di valori disposti lungo una scala graduata. Nelle moderne macchine fotografiche digitali e nei software di fotoritocco è possibile usare l’istogramma per avere una rappresentazione su due dimensioni della esposizione: per ogni sfumatura tra il bianco e il nero (cioé tra il 100% di illuminazione e lo 0%) viene data la quantità di pixel che hanno quella precisa illuminazione. Questo a colpo d’occhio ci consente di capire se una foto è esposta in modo corretto e/o se ci sono bruciature sui bianchi o sui neri.

In termini qualitativi una foto si dice esposta correttamente quando è possibile distinguere correttamente tutte le sfumature di colore (o bianchi e neri) dell’immagine, quando cioé non ci sono bruciature sui bianchi e sui neri. Tuttavia la “corretta esposizione” è quella che in ultima istanza decide il fotografo sulla base del proprio gusto.

 

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