In questo periodo in tantissime città italiane si trovano i presepi, le rappresentazioni in miniatura della natività. Ogni città ha le sue tradizioni in materia, e la nostra Ferrara non è da meno. Spesso nascono anche delle vere e proprie “competizioni” per la realizzazione del presepe più bello, e qui il seminario arcivescovile ha sicuramente raggiunto un ottimo livello, tant’é che migliaia di persone sono già venute a visitarlo e a fotografarlo (se siete vicini, venitelo a visitare!).
Si tratta di un presepe “percorribile”, costruito in modo tale che i visitatori possano passare davvero in mezzo alle case e osservare da vicino le scene ricostruite.
La scenografia di questo presepe è ben riconoscibile dai ferraresi: si tratta di un’unione simbolica tra gli elementi caratteristici di Ferrara (Duomo) e quelli di Comacchio (la barca sotto i 3 ponti). Infatti queste due città, nonostante i quasi 60 km che le separano, sono (per ora) nella stessa provincia e nella stessa diocesi.
Moltissime parti del presepe sono state realizzate col contributo delle famiglie colpite dal terremoto del maggio scorso. Ad esempio molte pietre di terracotta vengono dalle macerie che purtroppo qualche mese fa erano continuamente riprese e fotografate dalla cronaca.
I presepi di questo tipo possono essere fotografati in varie circostanze: di giorno, di notte con o senza neve e così via, e quindi possono essere un ottimo luogo dove sperimentare le varie tecniche.
Un paio di sere fa sono andato a fare qualche foto, che pubblichiamo di seguito. Essendo buio e i soggetti assolutamente fermi, ho usato la tecnica della lunga esposizione con treppiede; in questo modo ho potuto impostare una sensibilità ISO 100 che consente il massimo livello di dettaglio, e ho potuto lasciare a casa il flash. Ho usato esclusivamente l’obiettivo zoom 24-105 f/4, variando l’apertura del diaframma tra f/5.6 e f/8, a seconda della profondità di campo desiderata.
È un tipo di fotografia piuttosto semplice, perché potendo contare su tempi di scatto anche di 25-30 secondi, è sufficiente attrezzarsi con un treppiede che tenga ferma la fotocamera per potersi concentrare solo sulla composizione del soggetto. Con tale tipo di supporto ho dovuto disabilitare lo stabilizzatore, per evitare problemi di mosso e per preservare il più possibile la batteria, che col freddo deve operare in condizioni già difficili.
Le uniche difficoltà, forse un po’ sottovalutate, sono il freddo e la fatica di dover continuamente allungare, accorciare e spostare il treppiede. Siccome è prevalentemente un lavoro di composizione, bisogna muoversi e trovare gli scorci più belli e dare risalto alla cura che è stata posta nei dettagli. Questo comporta una certa lentezza di esecuzione, e infatti, pur essendo stato lì almeno un’ora e mezza, non ho certo potuto fare tutte le foto che volevo.
Altra cosa che può risultare difficile è la messa a fuoco, per via del buio. In casi come questi preferisco usare la messa a fuoco manuale, in modo tale da non dovermi vincolare ai 9 punti di autofocus della 5D; uso ovviamente il display LCD della fotocamera per mettere a fuoco con precisione, e poi scatto.
La presenza di luci al sodio rende difficile un bilanciamento del bianco automatico, ma del resto scattando in RAW non mi sono preoccupato di questo dettaglio, che si può correggere a piacimento in post produzione.
E voi avete fatto qualche bella foto al vostro presepe o a quello di altri? Inondateci con le vostre foto sulla nostra pagina Flickr o sulla pagina Facebook! Le aspettiamo!
Ciao a tutti e buon Natale da Paolo e Bruno!
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Grazie Mauro!! Siamo molto contenti che ti siano piaciute..