Angolo di campo

L’angolo di campo è l’estensione angolare che determina la porzione di scena inquadrata, che verrà effettivamente impressa sul sensore (o pellicola). Per via della forma rettangolare del sensore (o pellicola) si hanno più angoli di campo per ogni focale, riferiti al piano orizzontale, a quello verticale e alla diagonale. Solitamente si prende in considerazione l’angolo di campo sull’asse orizzontale.
Tale definizione vale anche per l’occhio umano, che per via della sua particolare conformazione, percepisce un angolo di campo pari a 155° sull’asse orizzontale e 120° sull’asse verticale, che noi solitamente chiamiamo campo visivo.
In fotografia l’angolo di campo dipende dalla lunghezza focale dell’obiettivo, ma siccome l’immagine proiettata da quest’ultimo viene catturata solo sull’area del dispositivo fotosensibile (ad esempio il sensore), di fatto l’angolo di campo dipende anche dimensioni di quest’ultimo, poiché determina il perimetro del fotogramma. Tutto ciò che cade al di fuori, è perso.
Infatti anche se sicuramente la focale in millimetri è la prima cosa che guardiamo in un’obiettivo, in realtà come primissima cosa noi facciamo riferimento a grandangoli, obiettivi standard e teleobiettivi, tutte definizioni utili a determinare il tipo di resa, e quindi di immagine, che vogliamo ottenere. Il fatto è che la stessa lunghezza focale può essere, ad esempio, standard per il full-frame e contemporaneamente “tele” per un sensore molto più piccolo, come il micro 4:3.
Per questo motivo, quando si prendono in considerazioni diversi tipi di sensori, a parità di obiettivo utilizzato (lunghezza focale) si utilizza il termine di “focale equivalente“.
Perché è importante sapere cos’è l’angolo di campo?
Avere chiaro il significato di angolo di campo è importante perché permette di capire cosa possiamo fare con la nostra macchina fotografica e un determinato obiettivo. Permette quindi di capire che foto scattare e come, avendo un’idea di quale porzione della scena verrà immortalata, a quale distanza fotograferemo il soggetto e dunque quale sarà la prospettiva.
In precedenza ho preso in considerazione l’occhio umano e quello che è il suo campo visivo; l’angolo di campo è esattamente il campo visivo di una macchina fotografica con determinate caratteristiche (dimensioni del sensore e lunghezza focale dell’obiettivo) ed è l’angolo che si forma tra due linee immaginarie che partono dal sensore e proseguono all’infinito.
Generalmente non è necessario conoscere esattamente l’ampiezza dell’angolo di campo, della cui formula di calcolo si parlerà alla fine di questo articolo. L’importante è avere un’idea di massima, che verrà affinata con l’esperienza.
Riprendiamo in considerazione il campo visivo per capire meglio il concetto.
Immaginiamo di essere in un campo di calcio: se siamo collocati all’interno della porta della nostra squadra, orientando la testa verso il centro del campo, i nostri occhi vedranno parte delle tribune ai lati e il campo da calcio al centro con, in piccolo, la porta avversaria lontana davanti a noi. Se viceversa siamo posizionati a poche decine di centimetri dalla porta avversaria con il centro del campo alle nostre spalle, con i nostri occhi vediamo a malapena lo specchio della porta e poco altro ai lati.
In base a quello che intendiamo “fotografare” con i nostri occhi (porta avversaria, area di rigore, singolo giocatore o campo intero) dobbiamo muoverci in avanti o all’indietro, perché a seconda della nostra posizione, varia la porzione di scena che riusciamo a vedere.
Questo avviene perché i nostri occhi, come un obiettivo fotografico, percepiscono un determinato angolo di campo che in relazione alla vicinanza (o lontananza) degli oggetti proietta sulla nostra retina una immagine più o meno grande del soggetto.
Ad esempio aumentando la focale otterrò un angolo di campo più ristretto, con l’effetto che a parità di distanza dal soggetto, questo occuperà una porzione maggiore del fotogramma dandomi l’idea di aver ingrandito una parte dell’immagine: questo è lo scopo del teleobiettivo. Al contrario, un grandangolo, come dice il nome, tenderà a catturare un panorama “più largo”, cioè un angolo di campo ampio, riducendo la dimensione degli oggetti nel fotogramma, che vengono in un certo senso “compressi”.
Calcolo dell’angolo di campo
Come affermato in precedenza, in fotografia l’angolo di campo è una grandezza che dipende da due fattori: la lunghezza focale e le dimensioni del sensore (o del fotogramma su pellicola).
Si può procedere al calcolo dell’angolo, espresso in radianti, α tramite la seguente formula:
α = 2*arctan(d/(2*f))
Dove d è la dimensione del sensore presa in considerazione (larghezza, altezza o diagonale) e f la lunghezza focale (valori espressi in mm).
Per esempio, un obiettivo da 50 mm utilizzato su di una macchina con sensore full frame (le cui dimensioni sono 24×36 mm) ci mette a disposizione i seguenti angoli di campo (ho convertito gli angoli in gradi, un radiante equivale a poco più di 57°):
Larghezza o lato lungo: αl = 2*arctan(36/(2*50)) => 39,59°
Altezza o lato corto: αh = 2*arctan(36/(2*50)) => 26,99°
Diagonale: αd = 2*arctan(36/(2*50)) => 46,82°
Lo stesso obiettivo da 50 mm montato su una fotocamera con sensore APS-C Nikon (le cui dimensioni sono 15,7×23,6 mm) genera invece i seguenti angoli di campo:
Larghezza o lato lungo: αl = 2*arctan(23,6/(2*50) => 26,55°
Altezza o lato corto: αh = 2*arctan(15,7/(2*50)) => 17,84°
Diagonale: αd = 2*arctan(28,4/(2*50)) => 31,70°
In realtà nessun fotografo ha bisogno di queste formule, perché abituandosi ad usare gli obiettivi del proprio corredo, può “previsualizzare” l’effetto di una certa focale applicata ad un certo sensore.
Si tratta però di formule usate nel caso in cui si debba trovare la focale equivalente di un obiettivo da abbinare ad un certo sensore, spesso attraverso l’uso di un calcolatore automatico.
Per esempio un 25mm su un sensore micro 4:3 (12×18 mm) ha un angolo di campo di 40° (circa), così come un un 50mm su full frame.
Nel prossimo articolo parlerò di lunghezza focale e come questa vada ad influenzare l’angolo di campo.
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